Si è tenuta domenica 24 Marzo l’Assemblea annuale per l’approvazione del Bilancio Consuntivo 2023 e Previsionale 2024 dell’Ordine dei Giornalisti dell’Umbria.
Di seguito la RELAZIONE DEL PRESIDENTE dell’ODG Umbria, MINO LORUSSO.
ASSEMBLEA ANNUALE DI BILANCIO
ODG UMBRIA
RELAZIONE DEL PRESIDENTE
Domenica 24 Marzo 2024
Saluto le colleghe e i colleghi.
Nel darvi il benvenuto alla nostra Assemblea Annuale, voglio subito ricordare quanti ci hanno lasciati nell’ultimo anno, rivolgendo un saluto affettuoso e commosso ai loro familiari.
Ricordo Giampietro Angelini; Moreno Asciutti; Marta Bartoli; Mauro Barzagna; Gianfranco Antonio Bianchi; Laura Buco; Cruz Oswaldo Curuchich Tuycuc; Francesco Frascarelli; Carlo Giulietti; Guido Maraspin; Massimo Minciarelli; Caterina Nini; Sanio Panfili; Walter Patalocco; Antonio Carlo Ponti; Giorgio Rinaldi; Giampaolo Smuraglia.
Il loro ricordo ci accompagna. Resta in noi incancellabile – con un senso di profonda gratitudine – la loro immagine; il loro contributo professionale; l’esempio di impegno civile.
La libertà di stampa.
Il bilancio dell’attività in questi ultimi 12 mesi – l’ultimo del mandato dell’attuale Consiglio, salvo possibili proroghe per l’adeguamento alle nuove disposizioni elettorali – mi offre l’occasione di sottolineare alcuni aspetti legati alla nostra professione ed espressamente alla libertà di stampa e al problema – sempre più avvertito anche in sede locale – dei rapporti tra istituzioni, pubblica amministrazione e sistema dell’informazione nel suo insieme.
Le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella sulla libertà di stampa (definita “fondamentale per la nostra democrazia”), ci trovano concordi. Esse si richiamano alla nostra “assunzione di responsabilità”, alla richiesta di “lealtà” e di “rispetto dei fatti”.
Una lealtà e un rispetto rivolto alle persone, alle loro storie, alla difesa dei loro diritti, alla loro “presunzione di innocenza”, soprattutto quando si è in presenza di indagini in corso.
Parallelamente, il dovere di informare e il diritto ad essere informati impone la ricerca costante di equilibrio tra diritti e doveri: una ricerca alla quale (come ha dimostrato l’istituzione di un Osservatorio presso la Procura Generale) non intendiamo sottrarci.
La nostra funzione sociale – un ruolo che ci viene riconosciuto dalla Costituzione – va esercitata con senso di responsabilità.
Più agiremo nel rispetto delle leggi e nel rispetto delle persone – lontani dal sensazionalismo –, più accresceremo la nostra autorevolezza e la nostra credibilità; più riusciremo dare voce e cittadinanza al Paese degli esclusi e dei deboli; più respingeremo al mittente i tentativi di delegittimarci o di imbavagliarci.
La libertà di stampa non è un totem: non riguarda soltanto i giornalisti; non ha un valore perpetuo. Né attiene all’inerzia e all’inalterabilità.
È una conquista quotidiana: un diritto che appartiene a tutti e, come tale, da tutelare, salvaguardandolo dai nemici della democrazia, costantemente impegnati nel disegno di accrescere il proprio “particulare”.
A tale proposito, voglio sottolineare – respingendo al mittente – il tentativo di coinvolgere i giornalisti nell’indistinto calderone del “dossieraggio”, a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane.
Temo che la chiamata in correità di alcuni giornalisti, allo scopo di avallare l’esistenza di una catena di montaggio del fango mossa da interessi politici, si configuri come l’ennesima pagina di una strategia (già vista in passate occasioni), che ha come obiettivo la destabilizzazione del nostro sistema istituzionale; la sua indistinta delegittimazione.
Se il giornalista è in possesso di notizie verificabili e verificate è giusto che ne dia notizia, a patto di tutelare in contraddittorio l’onorabilità del soggetto coinvolto.
La diffusione della notizia va sempre garantita e deve rispettare i dettati etici e deontologici. Compito dell’Ordine, verificare l’operato e intervenire in caso di violazione.
Chiediamo trasparenza. Chiediamo di fare chiarezza, mettendo in luce disegni, strategie, regia e responsabilità.
Voglio ricordare che in un clima altamente tossico come quello attuale, la libertà di stampa costituisce un baluardo contro la deriva antidemocratica strisciante, in atto in molti Paesi Occidentali.
Una libertà che nel nostro Paese è messa in continua discussione. Prima la cosiddetta “riforma Cartabia” ha stabilito che fosse la procura a definire l’interesse pubblico di una notizia.
Poi l’emendamento Costa ha sancito il divieto di pubblicare il contenuto – integrale o parziale – di un’ordinanza cautelare.
Ora la riforma proposta dal Ministro Carlo Nordio introduce il divieto di pubblicazione di intercettazioni, anche quando è caduto il segreto d’indagine.
Più che di introduzione di norme in difesa del garantismo, si va delineando il tentativo di imbavagliare la stampa, costringendo il cittadino ad essere o non informato o male informato: un cittadino meno libero; un diritto di cronaca intaccato e non tutelato come invece vorrebbe la nostra Costituzione.
Per questa ragione, abbiamo esaminato il difficile rapporto tra poteri e informazione in un convegno dal titolo “Querele bavaglio. Quando l’informazione è minacciata”, organizzato a Orvieto nell’ottobre scorso, in collaborazione con gli altri Ordini del Centro Italia, insieme a magistrati, avvocati e docenti.
In quell’occasione, è stato rilevato come il “modello umbro” – ossia l’istituzione di un Osservatorio presso la Procura Generale della Corte di Appello di Perugia – si sia dimostrato uno strumento utile a superare le difficoltà sancite dalle normative nazionali ed europee e a favorire un riequilibrio tra il diritto alla presunzione di innocenza e il diritto di informare e di essere informati.
Prossima è la pubblicazione degli atti del convegno, che metteremo a disposizione dei nostri iscritti.
Anche i piccoli territori sono chiamati ad agire in difesa della libertà di espressione: libertà che si configura con il sostegno, da parte delle istituzioni, al sistema dell’informazione; con il riconoscimento delle professionalità; il rispetto delle regole contrattuali; il conferimento del giusto compenso.
Non ci sono né possono esserci deroghe. Difendere l’informazione equivale a difendere il proprio territorio e il proprio Paese: significa riconoscere il valore di un “patrimonio comune”; salvaguardare ruolo e dignità della stessa comunità di cui l’informazione è espressione; marcare la netta distinzione tra informazione e propaganda.
La mancata tutela dell’informazione trasforma il sistema istituzionale e l’intera comunità in una semplice sommatoria di ruoli e competenze: un risultato che appiattisce il territorio sia in termini culturali che sociali, ad esclusivo vantaggio di un’impostazione dirigista, propensa alla soppressione dei corpi intermedi, lontana dal pluralismo e dal confronto.
Osservatorio sull’occupazione e l’editoria.
Queste affermazioni non nascono da una visione astratta, ma dalla situazione “di emergenza” in cui versa l’informazione nella nostra regione.
Ricordo il contenuto del primo Report sull’Umbria, redatto alcuni mesi fa dall’Osservatorio permanente sull’Occupazione e l’Editoria (nato dalla collaborazione tra l’Ordine dei Giornalisti e l’ASU con la Camera di Commercio, l’Università di Perugia e il Corecom).
Il Report ha evidenziato alcune gravi problematicità:
- meno lettori rispetto ad altre regioni;
- più giornalisti;
- più imprese fragili;
- ritorni sugli investimenti bassissimi;
- bilanci chiusi in negativo tre anni su quattro dal 2019 al 2022;
- retribuzioni minori anche rispetto alle altre regioni
La domanda è come si possa uscire da una situazione così difficile e preoccupante. In gioco c’è la qualità della vita democratica nella nostra regione; il diritto di informare e dei cittadini ad essere bene informati.
Lo chiediamo alla Regione, con la quale abbiamo istituito un tavolo di confronto.
Da settimane, insieme all’ASU, siamo in attesa di una convocazione.
La legge sull’editoria.
Credo che l’Umbria – ed è un campanello di allarme – si caratterizzi non soltanto per le gravi intemperanze di un primo cittadino e del suo vice (per altro un uomo di legge), che considerano l’informazione superflua, se non funzionale al raggiungimento dei propri obiettivi politici.
L’Umbria, purtroppo, si differenzia anche per l’assenza di una visione che allarghi gli orizzonti del pluralismo e che punti alla modernizzazione del suo sistema informativo.
Lo ribadiamo: serve attivare gli strumenti utili a sostegno e al rilancio di un’editoria “anello debole” del sistema umbro.
Serve, in sostanza, l’applicazione della Legge sull’Editoria, rimasta lettera morta. L’indifferenza al problema o la sua sottovalutazione non possono che accentuare una deriva della qualità della vita democratica e istituzionale della nostra regione, accrescendo la disinformazione; la sfiducia nelle istituzioni; l’indifferenza da parte delle nuove generazioni alla partecipazione attiva ai processi decisionali; la disgregazione sociale; la desocializzazione; la crescita di rivendicazioni conflittuali e antisociali.
L’Academy di Giornalismo Sportivo.
Altro tema. Parlando di “alta formazione”, voglio sottolineare l’avvio dell’attività dell’ Academy del Giornalismo Sportivo a Villa Umbra di Pila, rivolta a 10 aspiranti pubblicisti, sorta su nostra iniziativa, in collaborazione con CONI, USSI, associazionismo sportivo e imprese.
È la prima in Italia e si avvia a costituire un modello di “alta formazione” anche in altri settori, come la giustizia, il turismo e lo sviluppo del territorio, l’intelligenza artificiale.
Prossima l’inaugurazione ufficiale dell’Academy (a maggio), alla presenza del Presidente del Coni, Giovanni Malagò, e delle autorità nazionali e regionali.
Rivolgo, nell’occasione, un ringraziamento a quanti sono impegnati nel progetto: dall’amministratore unico della Scuola Umbra, Marco Magarini Montenero, ai coordinatori, Giorgio Pezza e Mimmo Cacciuni, quest’ultimo della Federazione Italiana di Pallacanestro; dai colleghi Stefano Giommini e Antonello Ferroni del Comitato Scientifico, a Michele Marzoli coordinatore dei tutor, nonché ai numerosi docenti e ai colleghi che hanno dato la loro disponibilità per seguire gli aspiranti pubblicisti nel loro percorso formativo.
Formazione continua.
Quanto alla formazione continua (e ringrazio pubblicamente il collega consigliere Tiziano Bertini, al quale è affidato il settore, per il costante e gravoso impegno), sottolineo che da quando è iniziata l’attività formativa di questo Consiglio (Gennaio 2022) a Marzo 2024, sono stati realizzati 110 corsi, di cui 63 in modalità mista (presenza e streaming); 9 in presenza, 16 in streaming.
Primi a livello nazionale, in collaborazione con il CNOG, abbiamo prodotto 4 corsi “on demand” già su piattaforma:
- 2 sul giornalismo dei dati (utilizzati dal oltre 10 mila colleghi);
- 2 sul “linguaggio d’odio” e sull’utilizzo dei dati satellitari.
Presto sarà disponibile su piattaforma anche un corso sul “Cambiamento climatico e sua rappresentazione giornalistica”.
I corsi sono stati realizzati dai colleghi Sonia Montegiove e Invano Porfiri, e dal meteorologo Massimiliano Squadroni, in collaborazione con la Scuola Umbra di Amministrazione Pubblica.
Ricordo che nel triennio 2020 – 2022 (concluso in proroga il 30 Giugno 2023), i colleghi umbri in regola con i crediti formativi sono stati 930 (il 69 % circa di quanti sono tenuti a rispettare l’obbligo formativo).
Gli inadempienti sono 427 (il 31%). Dei 427 inadempienti il 65,8% ossia 281) non hanno partecipato ad alcun corso (si tratta dei cosiddetti “zeristi”); mentre il 26,6% (114), ha raggiunto o superato la metà dei crediti del triennio.
Questi dati ci posizionano tra gli ordini regionali che hanno raggiunto le migliori performance. Tuttavia, non possiamo esimerci dal rilevare la presenza di numerosi inadempienti e “zeristi”, a fronte di un’offerta formativa ricca.
Criticità riscontrata lo scorso anno anche nella risposta dei colleghi ai corsi in presenza, con una media di 8/9 partecipanti; mentre in almeno 4 occasioni abbiamo annullato i corsi per l’esiguo numero delle presenze.
Da notare, inoltre, che lo stesso corso che in presenza ha poco seguito, in modalità streaming raggiunge il pieno dei partecipanti (70 per regolamento), con presenze (circa i 3/4) di appartenenza ad altri Ordini.
Tutto questo impone una profonda riflessione, anche autocritica. Non appena avremo acquisiti dati analitici più dettagliati, avvieremo un confronto con la Consulta dei Presidenti e con il CNOG, al fine di sviluppare e ancor più qualificare la nostra attività formativa.
I rapporti con il mondo scolastico.
Dopo l’interruzione provocata dalla pandemia, dal febbraio del 2024 sono ripresi gli incontri formativi indetti dal Ministero dell’Istruzione e del Merito, con il concorso di idee dal titolo “La libertà di informazione nel processo di crescita dei giovani”, rivolto agli studenti del V anno delle scuole secondarie di secondo grado.
Due le tematiche: Intelligenza Artificiale e fake news.
L’ODG dell’Umbria – grazie al collega consigliere Riccardo Regi – ha promosso alcuni incontri di due ore ciascuno a Orvieto, presso l’istituto Scientifico e Tecnico Majorana-Maitani.
l primo, il 16 febbraio con relatrice la collega Donatella Miliani, ha trattato il tema dell’Intelligenza Artificiale; il secondo, il 22 febbraio, sulle fake news, relatore il collega Claudio Bianconi.
Questo è l’inizio – la ripartenza – di un percorso che ci porterà nuovamente a stretto contato con il mondo scolastico.
Intanto, prosegue la collaborazione con l’Associazione Amici di Spoleto Onlus e Comune, riguardante il corso propedeutico di giornalismo, diretto dalla collega Antonella Manni e che coinvolge circa 150 studenti degli istituti medi superiori della città.
Il Comune di Marsciano e la Fondazione Luigi Salvatorelli ci chiedono di avviare, a partire dal prossimo anno scolastico, un corso di giornalismo rivolto agli studenti delle Scuole superiori.
Esamineremo in uno dei prossimi Consigli dell’Ordine la richiesta di collaborazione, a cui daremo seguito incentrandola sulle nozioni del giornalismo e sugli scenari che si aprono con l’introduzione dell’Intelligenza Artificiale.
Premio Tiziana Piscopello.
In agenda, è in fase di definizione l’istituzione del Premio Giornalistico Nazionale intitolato alla collega Tiziana Piscopello, “Scritto bene”, indirizzato a chi svolge nelle redazioni un lavoro oscuro ma essenziale, di qualità, spesso non adeguatamente riconosciuto. La Piscopello, scomparsa prematuramente a Perugia nel gennaio del 2021, ha avuto trascorsi professionali nelle sedi di quotidiani nazionali a Firenze, Ferrara, Ravenna, Forlì e Bologna.
L’iniziativa vede promotore il collega Mauro Avellini, il quale sarà anche presidente della commissione giudicatrice, e vedrà la partecipazione di altri Ordini regionali.
La storia del giornalismo in Umbria.
In cantiere, su proposta del collega Gianfranco Ricci, c’è inoltre la realizzazione di una pubblicazione sulla nascita e la storia dell’ODG dell’Umbria. Già sono stati presi contatti con il presidente dell’ISUC, Alberto Stramaccioni, in relazione alla prossima uscita di un bando per ricercatore, a cui affidare il compito di coordinare la pubblicazione.
Il Forum interregionale del Centro Italia.
Come certamente saprete, da alcuni mesi è attivo il “Forum interregionale del Centro Italia”, da noi costituito con l’adesione degli Ordini di Marche, Emilia Romagna, Lazio (di nuova acquisizione) e della Fondazione dell’Ordine della Toscana.
L’intento è di condividere iniziative, finalizzate ad ottenere benefici comuni in termini di contenuti (come la formazione specialistica); la progettualità, mettendo a sistema le rispettive competenze e conoscenze.
Il Forum ha in agenda la condivisione del “Premio Tiziana Piscopello” (di cui vi ho appena accennato) e l’istituzione di un ufficio europeo (ne parleremo nella riunione del prossimo 3 aprile a Bologna), al fine di sviluppare un network di collaborazioni strategiche fondamentali per l’ottenimento di finanziamenti (attraverso la partecipazione a bandi europei, nazionali e regionali) e per il supporto pratico nell’attuazione dei progetti.
Intelligenza Artificiale Assisi Act.
Voglio ora affrontare un tema particolarmente sentito e delicato, che riguarda l’Intelligenza Artificiale. Un tema che da alcune settimane ci vede impegnati in un progetto condiviso con il Sacro Convento di Assisi.
L’idea è di costituire dei gruppi di lavoro per giungere entro settembre (in occasione del Cortile di Francesco) alla nascita di una Carta comune – l’abbiamo chiamata “I.A. Assisi Act” – con la quale affrontare il problema del rapporto tra uomo e scienza, tra scienza e tecnologia cosiddetta “intelligente”.
Se lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale è pervasivo e allo stesso tempo inarrestabile, resta da affrontare il problema della sua “destinazione finale”.
Dobbiamo farci carico delle sue implicazioni, non tutte prevedibili. Vale a dire, esaminare la sua evoluzione rispetto alla nostra capacità di “percezione, cognizione e interazione”.
Studieremo nei prossimi mesi – grazie al contributo dei colleghi che hanno aderito all’iniziativa (le adesioni sono state 29) e grazie a giuristi, sociologi, filosofi, imprenditori e uomini di scienza, quale sarà l’impatto culturale, sociale, antropologico e, in definitiva, di carattere storico dell’Intelligenza Artificiale, definendo criteri e limiti della sua applicazione, legandola alla responsabilità individuale.
Quanto al giornalismo, le implicazioni riguardano non soltanto la drastica riduzione dei posti di lavoro, ma il pericolo provocato dalla disinformazione e dall’informazione “tossica”, che oltre a minare le ragioni stesse del sistema democratico, aprono spazi al disimpegno e a modelli “ibridi tra democrazia e autoritarismo”.
In quest’ottica di impegno, grazie alla proposta della collega Miliani, abbiamo aperto un confronto con il Sacro Convento (ringrazio pubblicamente padre Giulio Cesàreo, pubblicista di fresca nomina, il quale ha dimostrato grande attenzione e sensibilità); un confronto con l’Università di Perugia, Confindustria, la Procura Generale, alcuni ordini professionali, enti e associazioni regionali e nazionali per affrontare il tema dell’etica.
Il prossimo 18 aprile è in programma la prima riunione operativa in Assisi, alla quale inviteremo (anche da remoto) colleghi che hanno dato la loro disponibilità.
Unità d’intenti con ASU.
Prima di avviarmi alla conclusione, voglio sottolineare come in questi due anni sia stata fondamentale la collaborazione e la piena sintonia con l’Associazione Stampa Umbra. Ringrazio il Presidente, Massimiliano Cinque, e con lui l’intero direttivo.
Continueremo insieme la battaglia per riaffermare la dignità della professione e il valore della buona informazione.
Temi quali “l’equo compenso” e l’applicazione della “Legge 150 del 2000” ci accomunano e ci vedranno impegnati nei prossimi mesi.
Credo che l’introduzione nella pubblica amministrazione di specifiche figure professionali (come il portavoce); l’istituzione dell’Ufficio Stampa, con iscritti all’Albo nazionale dei giornalisti; la distinzione tra comunicazione istituzionale e informazione, siano obiettivi comuni.
La pubblica amministrazione deve operare applicando e rispettando le regole previste dalla legge quadro sulla comunicazione pubblica.
L’istituzione dell’Osservatorio permanente sull’Occupazione e l’Editoria ci darà l’occasione a breve di promuovere nuove iniziative sul piano operativo.
Bilancio 2023.
Siamo, in conclusione, al nostro Bilancio del 2023.
Buone notizie sul fronte degli iscritti: da 1566 del 2022 (quando c’era stato un calo di 27 iscritti), siamo passati agli attuali 1575, con 433 professionisti, 1060 pubblicisti, 23 praticanti (il dato migliore degli ultimi 5 anni), e 48 nell’elenco speciale.
A fronte del mantenimento invariato della quota d’iscrizione, il Bilancio 2023 conferma e migliora il risultato positivo del 2022, permettendo il consolidamento dell’ente dal punto di vista finanziario.
Il 2023 si è caratterizzato con un risparmio dei costi fissi, garantito dall’apertura della nuova sede (meno spese affitto e meno spese utenze).
Resta il fatto che le prospettive che abbiamo dinnanzi rendono il futuro della nostra professione alquanto nebuloso. Per questo, va garantita la solidità finanziaria dell’Ordine, al fine di garantirne il miglior funzionamento.
Conclusioni.
Mi avvio alle conclusioni.
Prima di lasciare la parola a Massimo Bistocchi (che ringrazio per la sua opera di vigilanza e per i suoi suggerimenti), voglio sottolineare che l’attività che vi ho illustrato è frutto dell’impegno dell’intero Consiglio dell’Ordine.
Il ringraziamento va ai colleghi Luca Benedetti (nella sua veste di Segretario), alla vicepresidente Donatella Binaglia, ai consiglieri Tiziano Bertini, Stefano Cinaglia, Stefano Giommini, Francesco Petrelli, Riccardo Regi e Vanna Ugolini.
Se in questo biennio abbiamo ottenuto dei lusinghieri risultati, non soltanto in materia di bilancio, ma anche in termini di immagine e di autorevolezza, lo dobbiamo al loro impegno.
Un grazie anche a Celeste Salvatori e a Rachele Ricciarelli: il loro impegno in segreteria, particolarmente delicato, è stato prezioso.
Al collega Roberto Di Meo, che ha sostituito il compianto Walter Patalocco alla presidenza del Consiglio di Disciplina Territoriale, do il benvenuto con l’augurio di buon lavoro.
Mino LORUSSO